Scarica la guida completa "Gli ambienti della valle del Sillaro" (pdf)

Miniere di Rame – Bisano

Il paesaggio nei pressi di Bisano è dominato da forti contrasti morfologici derivanti dalla presenza di rocce con caratteristiche molto differenti. Lungo la destra idrografica le argille creano versanti più dolci, poco acclivi, mentre alla sinistra del torrente le arenarie della Formazione del Pantano generano morfologie aspre e ripide.

In questo contesto si trova la più importante miniera di rame del territorio Bolognese.

La presenza di rame è dovuta all’esistenza di inclusi ofiolitici sparsi all’interno di quelle che un tempo erano definite le “Argille Scagliose”, testimonianza diretta della complessa storia geologica che caratterizza questa parte dell’Appennino; quella che era infatti, tra il Cenozoico e il Mesozoico (da 140 a 30 milioni di anni fa), una profonda fossa sottomarina interessata da risalite di magma lungo fratture della crosta, è stata poi sollevata dalla tettonica e rimaneggiata da colossali frane sottomarine.

La scoperta di questi giacimenti avvenne nel 1674 da parte del Marchese M. Antonio Montalbano e nel 1846 ebbe inizio lo sfruttamento minerario a livello industriale avviato dalla Società Mineralogica Bolognese.

La ricchezza di rame in queste rocce era legata alla presenza di calcopirite (CuFeS2), sporadica calcocite (Cu2S) e bornite (Cu2FeS4) tra cui si trovavano anche rame nativo e, come prodotto di alterazione, la verde malachite e l’azzurrite.

Nonostante oggi rimangano nel territorio scarsissime tracce di manufatti legati alla miniera, sappiamo, grazie anche a piante di scavo ritrovate; che questa raggiungeva 150 m di profondità al di sotto del livello dell’Idice (sette piani di lavorazione) con uno sviluppo di gallerie superiore a 2000 m.

L’estrazione dai pozzi, durata circa 20 anni, era praticata mediante “maneggi” azionati da cavalli. Solamente negli ultimi anni di attività venne impiegata una macchina a vapore detta locomobile, che azionava l’argano del pozzo maestro per il sollevamento del materiale.

Parte del rame estratto e raffinato era spedito in Inghilterra, al porto di Liverpool, la restante produzione veniva lavorata da officine esercitanti nella provincia e trasportata anche attraverso la via ferrata di Mirandola Ozzano.

Nel 1900 furono intrapresi nuovi scavi di ricerca a Sassonero e Gurlano (a sud del Parco della Martina) ma visto l’esito negativo furono abbandonati alla fine dello stesso anno.

I Castelloni

Dove un tempo sorgeva l’antico castello di Pizzano, di cui si è persa memoria da secoli, sono visibili torri e pinnacoli di arenaria con il nome di Castelloni. Queste particolari “torrioni” dalla notevole bellezza sono il frutto di un’intensa attività di erosione di acqua e aria che hanno modellato nel tempo sedimenti che a seguito di movimenti tettonici emersero dal livello del mare.

È frequente trovare, in queste particolari forme del territorio, livelli di fossili conchigliari.

Septarie

Camminando lungo il fiume è possibile imbattersi nelle forme concrezionali più note delle Argille Scagliose: le septarie.

Questi particolari oggetti sferoidali presentano al loro interno numero fessurazioni (“setti”) e cavità ricolme di cristalli di varia forma e natura come calcite, aragonite, quarzo, gesso e pirite.

L’origine delle septarie è un continuo oggetto di studio per la sua complessità e particolarità.

L’ipotesi più accreditata sostiene che esse si formino a partire da nuclei argillosi che in una prima fase “umida” assumono plasticità e in una successiva fase “secca” si contraggono e si screpolano, formando i setti e le cavità. Queste vengono riempite poi dai minerali, trasportati dall’acqua, presenti nel terreno.

Sassonero

Procedendo lungo la Valle del Sillaro, all’altezza di Villa Sassonero, sulla destra del fiume vediamo emergere dalle argille scagliose, una grande ofiolite basaltica, l’ofiolite di Sassonero. Poco distante, sul lato sinistro del fiume, sorge un altro piccolo ammasso ofiolitico, nel quale nella metà dell’800 iniziarono lavori esplorativi per l’estrazione di rame.

Nel 1902 gli scavi furono definitivamente abbandonati data la modesta quantità di minerale estraibile.

 

A cura di Luca Monti, geologo

X